I Racconti continua

 

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Dietro alla finestra di camera mia c'è un largo sentiero tra due reti che pochi conoscono...non ci passa mai nessuno...

Il giorno dopo la traduzione di greco, sento un fischio sottile...come un richiamo ed il mio nome.Mi affaccio e là sul sentiero,con aria scanzonata c'è Ernesto..."Puoi uscire?Vieni, si va a camminare un po'!"

Forse sa già che avrei acconsentito...mi incuriosisce molto la sua serietà, quella che intuisco nascosta dietro un carattere allegro.

Così ...quasi ogni giorno ,da soli o in compagnia di altri amici camminiamo lungo le vie di Brunate, verso i campi di tennis o lungo la strada che porta ad una rinomata fonte..e diventiamo grandi amici.

Da soli è molto meglio...il nostro posticino preferito è la panchina del Belvedere, sopra il lago. Qui ci raccontiamo mille cose, ci scambiamo pareri e opinioni e la mia timidezza è, per merito suo, completamente sparita.

Parlare con lui è come entrare in un mondo diverso dal mio, almeno, così mi pare. Il primo, il più importante per lui è sempre la guerra...quello che sta succedendo, le notizie che arrivano scarse, Le domande che ci poniamo sul ...quando e come finirà. I nostri padri fanno una vita molto dura, avanti e indietro tra Milano e Como a delle ore impossibili per evitare i mitragliamenti sui treni.

Spesso si parla di scuola e qui è bello spaziare; ad entrambi piace studiare e imparare...l'italiano, la letteratura sono i nostri preferiti. Spesso ci entusiasmiamo dei versi che sappiamo a memoria e ne discutiamo.

Una mattina mi chiede se mi piace Catullo e incomincia a declamare in latino i famosi versi..."Vivemus, mea Lesbia, atque amemus..." io arrossisco e lui subito..."Non arrossire perchè non è il caso.".mi prende la mano e.." Paolù, siamo amici, non c'è sottinteso alcuno, io questi versi li trovo belli ,spontanei, sinceri...e poi dai ...quei basia mille deinde centum...e poi ancora mille a ancora centum...mi sembrano un po' troppi anche per Catullo."..e così finisce tutto in una risata come tante altre volte.

Altro argomento che spesso affrontiamo insieme è una mia sciocca "cottarella " per un certo Gianni, uno spirlungone con due occhi scuri bellissimi ed un ciuffo "sparato" di capelli neri. Credo che la racchetta sia diventata il prolungamento del suo braccio destro...è sempre con lui.

"Paolù, ma propripo di quello ti dovevi innamorare? Sì, sarà carino, suona il piano in un modo stupendo , ma caspita, parla sempre e solo di tennis...non ti annoia? E poi ,scusa, un giorno sta con te e poi per tre giorni interi non si fa vedere...e tu stai male...lo vedo..e io non voglio!" A me qualche volta spuntano lacrime ed Ernesto:"Oh Signore!...Adesso piange pure! Aspetta". E dalla sua tasca esce un fazzoletto candido con il quale mi asciuga gli occhi.

Un giorno gli chiedo."Ma scusa...tu non hai una ragazzina che ti piace? Non ti innamori?"...

 " No, Paolù...il mio cuore è una "ciabatta", per adesso è così!"A me sembra strano ...ma sto zitta.

Quella sera avevo un tema da fare ...di letteratura... l'ultimo e dovevo andare a casa...

"Asptta", mi dice," vado al bar a farmi dare un foglio" e in mezz'ora quello è pieno della sua scrittura fitta.."Ecco il tema è fatto, ora devi solo copiarlo..anzi ..guarda, ieri ho scritto qualcosa...delle cose mie..un po' segrete..se ne hai voglia ..dà loro un 'occhiata..e mi mette in mano dei fogli di quaderno scritti..."Va bene ..ciao, grazie per il tema...a domani..."

continua.......

 

 

anche con parole difficili...ricordo un " RETAGGIO ANCESTRALE" ,oddio il significato l'ho capito ...ma io di solito non uso queste parolone e cerco di evitare.

La sera a letto leggo i fogli di quaderno che mi ha dato...erano molti... rimango incantata e sorpresa. Altro che "CIABATTA"!!!!

Questo ragazzo ha nella mente e nel cuore degli ideali così alti e così immensi, che sembra impossibile siano scritti da un quindicenne. Io mi sento piccolissima, non riesco a rispecchiarmi in queste cose così profonde, forse perchè donna, forse perchè meno matura di lui, ma capisco tutto e la mia stima per Ernesto cresce a dismisura.

Mi sento orgogliosa perchè mi ha rivelato i suoi segreti pensieri;

il giorno dopo ne parliamo a lungo e mi dice una cosa bellissima..."Paolù...non avevo dubbi, se te ne ho messo al corrente è perchè ti conosco e so che avresti capito subito tutto...non poteva che essere così"...però tra le tante cose, un pensiero  suo mi ha colpito...la visione di una tomba bianca...Di questo non riuscii mai a farne parola con lui. Mai.

1944 ...V ginnasio...ancora a San Pellegrino Terme.

Finisce l'anno scolastico prima del previsto...se non erro gli americani sono sbarcati ad Anzio o in Sicilia ...non ricordo.

Io ho con me tutti i suoi scritti che poi si erano moltiplicati, ma un giorno la mia Suora insegnante (un'altra persona deliziosa che non dimenticherò mai) me li requisisce...prima della partenza per la vacanze, vengo chiamata dalla Superiora, con lei c'è anche la mia Suorina..entrambe mi sorridono...Mi rendono i fogli di Ernesto e mi chiedono.." Chi è questo ragazzo, Paola?" Io un po' sorpresa rispondo..."E' un mio amico , ha la mia età".."Tienilo caro Paola, questo amico è una gran bella persona...non sembra abbia 16 anni...è uno destinato ad un avvenire dove "gli altri" hanno un posto principale."..."Lo so, lo conosco bene..."

Iniziano le vacanze, ancora a Brunate naturalmente, ma di Ernesto nessuno sa nulla o quasi. Pare si sia trasferio a studiare in un collegio sopra il lago Maggiore, il motivo non si sa, qualcuno mormora persino che sia riuscito ad entrare nelle schiere dei partigiani, ma di sicuro non si sa... Un giorno ricevo una cartolina con i suoi saluti, non ricordo da dove...è firmata... Ernesto "la ciabatta"

L'estate trascore veloce ed io qui confondo un po' gli avvenimenti, le persone, i tempi. I miei genitori mi vogliono più vicina e mi iscrivono in prima liceo al collegio delle suore Orsoline a Torno, un paese sul lago, poco lontano da Como. Si può fare il tragitto a piedi per andare e tornate a casa e per evitare di prendere qualche mitragliamento sui battelli. Le lezioni iniziano il martedì mattina e finiscono il venerdì pomeriggio...tutto in funzione del triste periodo di guerra.

Di  Ernesto non si sa nulla, ma io comunque sono sicura che si é unito ai partigiani, con altri amici di Brunate, stranamente sempre presenti...non so come mai, forse portavano ordini di notte..o volantini...però non se ne può parlare...

Ho saputo più tardi anche il suo nome ..."di battaglia"..".Ivan il terribile"...quasi, mi ricordo, mi misi a ridere...passi l'IVAN...ma quel "terribile" era proprio l'antitesi del suo carattere.

Quando tutto finì, mi raccontò i suoi trascirsi...fù arrestato, tenuto per ore davanti a luci accecanti, maltrattato, chiuso in galera...forse nella speranza che rivelasse qualcosa che interessasse ai fascisti o ai tedeschi. Mi disse che la paura a volte lo attanagliava, ma teneva duro perchè si sentiva in dovere di farlo. Fu bravissimo ed io fui, credo, una delle poche persone a cui rivelò queste cose atroci...

Continua....

 

 

 

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